lunedì 24 febbraio 2014

La storiella del lunedì #10

In un momento di crisi nera e buio totale, la luce alla fine del tunnel non è mai sembrata così vicina eppure così lontana.
In questi momenti di scoramento e nutella, per mantenere la sanità mentale e una linea accettabile, urge una guida. 
E allora...


 
GUIDA GALATTICA PER AUTOSTOPPISTI

Per chi non avesse letto il ciclo completo della trilogia in 4 parti di Douglas Adams, be', lo legga perché altrimenti non potrà capirmi quando dirò: 
42
Douglas Adams, un genio dei nostri tempi.
Genio.
Genio.
Genio.

Strampalato e geniale anche il ciclo dedicato al detective olistico Dirk Gently, ma la Guida è imprescindibile. Soprattutto se uno vuole essere un viaggiatore, e non per forza galattico o autostoppista.
Non guardate il film, per carità, che mi stravolge tutto il senso: è una storia che va immaginata, dovete vederla ma da soli, mentre le parole scorrono sotto la vista.
Sì, lo sappiamo, sei bello e sei bravo.
Anche senza avere accanto Cumberbatch
E' una storia visiva, ognuno ha la sua personale, e secondo me il film la guasta, non è all'altezza.
Non fatevi ingannare dalla presenza nel cast del pur sempre mitico Watson e della massacrapalle fiocchettara

Non so come, ma sei incredibilmente brava a starmi sulle palle.
Potrebbe comunque essere un merito, chissà...









E' un tipo di storia che perde facilmente, una volta portata sullo schermo. 
E infatti non manca di farlo.


Non vale la pena proprio.
Invece andate il libreria e poi al parco, o al mare, o in salotto, o al bagno (ognuno ha i suoi tempi e i suoi luoghi per leggere, no shame) e leggete leggete leggete.
Senza scordarvi l'asciugamano.


giovedì 20 febbraio 2014

Andantino semplice

E mentre io sono chiusa a doppia mandata in casa, legata alla sedia a studiare, fuori è il delirium. Non sto parlando della pioggerellina capricciosa che parrebbe di stare a Londra -e no, io non sono una di quelle che oh my God, il clima londinese! Io non vado matta per Londra, e non ne vado matta proprio per la pioggia!-  ma sto parlando degli eventi mirabolanti concentrati tutti in questa settimana. Come parte dei miei esami, del resto.

1- Il Carnevale di Viareggio: uno non può aprire fb la domenica pomeriggio e si ritrova 40 foto dei carri. E del sole. Ma li mortacci. Foto che continuano a comparire durante la settimana con scritte come "questa me l'ero scordata". Io non metto foto ovviamente per protesta, e perché mi rode non esserci andata (e non andarci).

2- Il Carnevale di Venezia: i miei amici Erasmus ci vanno in gruppo spendendo poco o niente. Io non ci sono mai andata. 

3- Renzi Vs Grillo - lo scontro finale
che tu non mi fa' parlare?
e io ti faccio Miley Cyrus
NOOO!
Belin Miley Cyrus NOOO!
altro che Il Grande Match De Niro-Stallone! 
Comunque, ieri a pranzo avevo scommesso con il MioUomo che l'incontro sarebbe durato meno di 10 minuti. Ho vinto: ne è durati 9. Devo dire che è stato un ottimo show comico, Grillo è migliorato rispetto 20 anni fa. O forse sono è solo il mio senso del grottesco che è maturato.
In ogni caso, vediamo se Adesso Renzi riuscirà a fare quello che doveva fare Vado a Letta: la legge elettorale. In realtà, mi sarei accontentata della sola legge elettorale da Letta; da Renzi,eh cicci, da Renzi mi aspetto molto di più. 
Senza adagiare il culo sulla poltrona e in tempi brevi. 
Caro Renzi, io sono giovane e anche per questo ho quella infantile tendenza ad avere fiducia nel futuro e nelle persone: quindi, non lo farai mica quel garbo lì, di adagiarti sulla poltrona. Sì, lo so, immagino anch'io che sia molto comode, ma occhio che nottetempo potresti ritrovarti col culo sul trono di spade. Con tutto quello che ne consegue per le presidenziali chiappette. (ma questo dovrebbe valere per tutti)

Certo che ho paura che Renzi dopo questa volata in parlamento si comprometta come figura politica, diventando pure lui invotabile (non che adesso sia perfetto, ma personalmente mi concedo il beneficio del dubbio, sperando che non sia solo belle parole e fumo negli occhi). Certo che ho paura che sia/si trasformi in un cioccolataio (come chiamavamo noi al liceo quelli che son tanto bravi a parole ma poi fatti zero).
Certo che ho paura.
La situazione in cui versa la politica di questo paese è disperante e imbarazzante. E chiaramente chi è ai vertici è il primo a essere criticato (eppure spesso è l'ultimo a pagarne le conseguenze, ndr).
Comunque, adesso aprirò una parentesi: 
[la carica di Presidente del Consiglio dei Ministri non è elettiva
Riformulo: in Italia, i cittadini non scelgono direttamente mediante votazione il loro capo di governo. I cittadini italiani quando vanno a votare per le politiche eleggono il Parlamento (sembra una cosa tanto astratta, e in effetti lo è).
Il Presidente del Consiglio lo sceglie il Presidente della Repubblica, che dovrebbe nominarlo dopo aver sondato il terreno tra senatori, parlamentari e altri illustrissimi della politica, e che lo sceglie in base alle chance che si hanno di formare un governo forte e stabile.
Dopo le elezioni politiche, il partito che vince ha (o dovrebbe avere) la maggioranza in parlamento, per cui è chiaro che il Presidente della Repubblica sceglie una figura appartenente a quel partito, solitamente il Segretario, che dovrebbe esser la figura che più rappresenta il partito. 
Quindi, in quest'ottica, Renzi ha paradossalmente più ragione (non voglio assolutamente parlare di "diritto") a stare dove sta di quanto non ne abbia avuta, a suo tempo, Monti, che era un totale pieno outsider: Renzi appartiene al Pd, partito sulla carta vincente alle ultime elezioni. Ora, il fatto che da quando il Pd abbia "vinto", abbia visto succedersi nell'ordine più premier in meno di un anno che negli ultimi 10 anni (il-quasi- premier Bersani, Letta e adesso Renzi) senza combinare finora un granché, non è certo garanzia di efficienza ed efficacia, ma comunque, era un po' per spiegare che a noi ci pisciano in testa e ci dicono che piove. Ah, le piogge acide e le scie chimiche, pure! Ma sempre meglio di andare al voto adesso: non si concluderebbe nulla, e si butterebbero un sacco di soldi (la democrazia costa, e ahinoi non sempre possiamo permettercela).

Adesso, un appello finale a quello che deve scegliere i Ministri: per piacere, o lasci la Carrozza al suo posto, o almeno ti assicuri che nessuno boicotti il nuovo concorso di specializzazione per i laureati medici. Perché sennò siamo schiavi più di prima. 

Chiusa parentesi.]

4- Per quanto riguarda il vero unico evento di questa settimana...mmm no, niente, sul Festival di Sanremo metto solo questa cosa QUI




lunedì 17 febbraio 2014

La storiella del lunedì #9

Diabete deriva dal greco diabaino che significa "attraversare, passare attraverso".
Questo perché uno dei segni più evidenti del diabete, sia mellito sia insipido, è l'enorme quantità di urine che il paziente emette. Come se anziché fare l'azione di bere, la subissimo: è un cambio di prospettiva, un mondo sottosopra, non io bevo l'acqua, ma è l'acqua mi attraversa. E in questo caso mi attraversa parecchio.
Shoukaki: che il kanji sia proprio l'unione di uomo+acqua?
Chissà....
(immagine da shoukaki.deviantart)
Non è un caso se in Cina e Giappone si chiami proprio "malattia della sete".
Il diabete, e qui mi riferisco al mellito, è una malattia vecchia come l'uomo, conosciuta e riconosciuta fin dall'antichità, malattia cronica simbolo della medicina che cura (bene) ma (ancora) non sa guarire.

Il perché e il per come di questa patologia sono oggetto di studio da secoli, per non dire millenni -e di misteri ce ne sono ancora!
In linea di massima, dico diabete e penso a qualcosa che ha a che fare con lo zucchero e le punture d'insulina. 
I’m not ill, my pancreas is just lazy
Penso subito al mio amico che quando va in ipoglicemia perde qualsiasi filtro e da persona posata ed educata diventa un buzzurro e passa da "ma che begli occhi" a "ma che bombe c'hai?" in un millisecondo -e a questo punto sai benissimo che devi calargli almeno 3 bustine di zucchero per gargarozzo ma anche che, una volta che si sarà, riceverai mille scuse per una settimana, mazzo di fiori compreso.
image
Non fa una piega
Penso anche a quello che a uno studente di medicina è toccato sentire almeno una volta nella vita: la medicina non è più quella di una volta, tutti a lamentarsi e nessuno a ricordarsi che una volta ti toccava bere piscio e pure zitto!
Sì signori, le leggende di come allo specializzando più piccolo toccasse assaggiare l'urina del paziente per stabilire se fosse dolce o no e far quindi diagnosi di diabete sono un amarcord ancora molto in voga nei corridoi e nei reparti di tutti gli ospedali universitari.

Ora, il fatto delle urine dolci è noto da secoli, ma chi per primo indicò la stretta relazione tra diabete e pancreas fu Minkowski -questo sconosciuto-, che grazie ai suoi studi sui cani concluse che nel pancreas c'era qualcosa che permetteva la regolazione e il controllo dei livelli di zucchero.  Da questo modello si arrivò al trattamento insulinico, ma questa è un'altra storia.


E siamo partiti solo dalla pipì dolce!


Ma... 
se Minkowski fosse stato ageusico?
Oh cazzo...
adesso sì che sono uccelli senza zucchero!

Bella gatta da pelare: un ageusico non sente i sapori, hai voglia te di zuccherarti le urine quanto vuoi!

Avrebbe però potuto sfruttare il più antico e accantonato dei sensi...Clue letterario: Catullo avrebbe detto "anziché passare le giornate ad assaggiare liquidi organici, pregherai gli dei di farti tutto naso".
Piccolo clue diagnostico: chi non ha avuto l'acetone da piccolo alzi la mano.


Io -che da piccola non capivo perché alla mia compagna di banco puzzasse così tanto l'alito, e che quando mi disse "sai ho l'acetone" continuai a non capire, perché per me l'acetone era solo quello che si usa per togliere lo smalto.
A quanto pare, sono la stessa cosa
ma non sono la stessa cosa. Troppo complesso per una bambina di 7 anni

Comunque.
L'acetone è tipico dei bambini che si pappano un sacco di dolci, ma non è dovuto agli zuccheri semplici, ma proprio ai grassi circolanti, anzi, senza scendere troppo in particolari biochimici: il diabetico per definizione non riesce a usare gli zuccheri, che rimangono nel sangue, ed per ottenere l'energia che gli serve è costretto a usare i derivati degli acidi grassi, ovvero i corpi chetonici. 
Questi chetoni sono tre: beta idrossi butirrato, che rimane nel sangue; acetone, appunto, volatile che se ne vola e dà l'alito a mele renette; aceto acetato, che va in sangue e urine.
EUPHKA
Se Minkowski fosse stato ageusico quindi non avrebbe sentito il gusto dolce, ma si sarebbe accorto dell'odore particolare e avrebbe forse concluso che nel pancreas c'era qualcosa che regolava e controllava il metabolismo dei grassi!

Chissà se il diabete fosse stato approcciato da quest'angolo che cosa sarebbe successo, in termini di ricerca, di clinica e di terapia.


Quello che si sa oggi, è che il metabolismo di zuccheri, grassi e proteine è strettamente intrecciato, e che l'insulina non è semplicemente "l'ormone dello zucchero".

E dire a un bambino "non mangiare tanto gelato perché poi sennò ti viene il diabete", è una vera cattiveria, oltre che terrorismo psicologico infondato.
Molto meglio: con un poco di zucchero la pillola va giù.
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Ps: questa storiella si rifà direttamente a una pubblicazione un po' vecchiotta ma molto carina che consiglio a tutti gli interessati di leggere: What if Minkowski had been ageusic? 


venerdì 14 febbraio 2014

Perché è una bella giornata

In epatologia vige la regola generale secondo la quale se i sintomi di un'epatite durano più di 6 mesi, allora possiamo definirla cronica.
Quindi penso che i disagi politici dell'Italia possano a buon diritto esser classificati sotto la dicitura "patologia cronica".
Dopo 6 mesi, in epatologia vi è l'indicazione a eseguire una biopsia, per arrivare alla diagnosi corretta e impostare di conseguenza un piano terapeutico adeguato.
Ecco, penso che una biopsia andrebbe fatta anche stavolta, magari dei cervelli di qualche politico. Invece Renzi si propone come terapia empirica, e non ci resta che capire se è la medicina giusta. Oppure no.
Vedremo.

In barba a tutto questo, oggi è una bella giornata, e non solo perché è venerdì (io amo il venerdì) e c'è il sole e fa caldo che sembra quasi primavera, ma perché la mia beloved Coinqui mi ha regalato la "valentina" (per dirla alla Charlie Brown) più bella di sempre:




I simply HODOR you

Perché per esprimere amore non servono tante parole. Anzi, a dire la verità ne basta una sola.

Btw, I HODOR you too.


lunedì 10 febbraio 2014

2 Chiosette

Prima c(hi)osa: le Olimpiadi Invernali.

Google non ha mancato di ricordare l'apertura delle più contestate che attese Olimpiadi Invernali Sochi 2014 venerdì scorso, e neanche mio padre a dire il vero (hai visto che stasera c'è la cerimonia di apertura? - Sì, pà, me l'ha già detto google ma devo comunque studiare)
MioPadre davanti alla Tv che si guarda pure
le qualificazioni del curling: altro che De Niro ne
il Lato Positivo!
E dire che le Olimpiadi mi piacciono un sacco; ma quelle invernali non hanno molto fascino per me. Sarà che son sempre vissuta in un posto dove la neve è un evento così eccezionale che l'unica cosa da fare è fare a palle di neve per 10 minuti e poi correre a scaldarsi in casa per prendere una cioccolata calda e scaldarsi. Inutile dire che dove vivo io la neve dopo un giorno (ma anche meno) ha già rotto i coglioni.

Comunque, mi sono persa la Cerimonia di apertura più perché sono una studentessa in crisi in studio matto e disperatissimo, e non avrei neppure rosicato se il giorno dopo non avessi scoperto che s'erano aperti solo 4 cerchi su 5!
Ce la fa ce la fa ce la fa...no, nun ce la può fa
La prima cosa cui ho pensato- lo so, è irrazionale, anche io me lo dicevo, ma per qualche secondo non ho potuto fare a meno di pensarlo- è stata: ommioddio, ma un intero continente ha preso le distanze dai giochi per manifestare aperto dissenso!!! Ommioddio è l'alba di una nuova era, una decisione epocale...
E intanto pensavo chissà qual è scommetto l'Australia (non chiedetemi perché).
No, invece c'era stato un semplice guasto. Pazienza, non si può avere tutto, del resto la cosa era già sensazionale così.
Povero Putin, non c'è pace per i giusti! E dire che dopo il Kgb la presidenza della Russia doveva rappresentare un tranquillo ritiro...e invece gli rovinano pure la cerimonia!
Con tutto,la cerimonia l'ho vista in streaming e devo dire che è stata bellina, con tutto il sunto di storia Russa...zompando quei 50 anni di comunismo dello scorso secolo, obiettivamente inutili da ricordare.
Linko il video che mi ha consigliato Platypus e poi chiudo la prima chiosa.

2 C(hi)osa: estemporanea sullo stato dell'Arte in Italia.

L'Italia è il paese dell'Arte, e difende questa posizione da secoli, se non addirittura da millenni. La storia dell'arte non è materia di studio obbligatoria nelle scuole di nessun altro paese d'Europa, ma in Italia sì. A sorpresa, nonostante quello che si legge in giro e confonde, l'insegnamento della storia dell'arte non è ancora morto (anche se storia dell'arte non viene insegnata nei professionali e negli istituti tecnici. Anche se non si può sapere se non ci rimetteranno mano peggiorando, anziché migliorando, la situazione.)
Però.
Però ho studiato per 3 anni storia dell'arte e non ho imparato niente, o quasi. Quello che so di storia dell'arte (che è poco ma non irrisorio) l'ho imparato andando in giro per mostre e musei, visitando città d'arte e leggendo. A parte quello che so sul Bauhaus ovviamente.
Con questo non voglio dire che la storia dell'arte è una materia che va eliminata: al contrario, mi piacerebbe che a darle più senso ci fosse qualcuno in grado di darle un senso. 
Parafrasando il mulino bianco, nel mondo che vorrei, tutti riconoscono il valore dell'arte e sanno quali opere sono di Giotto, quali di Michelangelo, cos'è l'impressionismo, e come si è arrivati all'astrattismo.
Nel mondo in cui vivo, per come stanno le cose, o incontri un insegnante valido, oppure se ti piace l'arte la coltivi per conto tuo.
E' l'eterno scontro tra l'interesse vero e il qualunquismo.
Cerchiamo di darci una mossa. 

Olè. E con Caparezza chiudo la chiosa e me ne torno nel mio -non- splendido isolamento pro studio.

La storiella del lunedì #8


Parigi è sempre Parigi
Berlino non è mai Berlino
la nostra guida italo-tedesca a Berlino

Gita di seconda liceo, 40 studenti rintronati in un grigio hotel-caserma di Berlino est, di quelli con i gorilla che salgono in camera se osi fiatare dopo le 10 di sera.
Gioie, invidie, limoni e molto sonno arretrato, condito di tanto pullman ma almeno un po' di sole.
Ok, bene, ma dello spirito di Berlino e delle motivazioni culturali ho già parlato nella storiella del lunedì scorso.
E niente di tutto questo spiega la vera ragione per cui noi ci trovavamo a Berlino nell'aprile 2009.
La vera ragione per cui ci trovavamo a Berlino, devo dire, non erano i nudisti del Tiergarten, e neppure i palazzi di Renzo Piano o la porta di Brandeburgo.
Né tanto meno il museo dell'Ebraismo, dove andammo costringendo il corpo insegnanti, che non l'aveva neppure messo tra le visite obbligatorie, per dire.

Ma del resto, sapevamo benissimo che c'era una missione da compiere, in quel di Berlino nell'aprile 2009. E sapevamo altrettanto bene che la nostra gita era stata usata come mero pretesto per gli scopi di qualcun altro.

La mia professoressa di storia dell'arte era (è) la tipica professoressa di storia dell'arte: bella, bionda, profondamente convinta che la sua materia sia la più importante in un liceo classico. E con un sacco di fissazioni stravaganti e strampalate tipiche di un'artista mancata.

Ora, se dite a un vostro amico straniero (magari tedesco), che al liceo ci sono delle ore obbligatorie di storia dell'arte, quello vi guarda e dite:
ooooh che bellooooo!
ma il momento di trionfo culturale dura poco, quando vi ricordate che il Ministero ha decurtato le ore se non tolto del tutto la storia dell'arte dai corsi di studi. Perché l'arte è inutile. E non potrebbe essere diversamente, infatti l'uomo ci si dedica dall'alba dei tempi!
Ma comunque.

La fissazione dell'anno 2009 era il Bauhaus. 
Io non so cosa ci sia nel programma di storia dell'arte di una seconda liceo classico, perché quello fu un intero corso monografico dedicato al Bauhaus. Il Bauhaus e gli artisti del Bauhaus. Non so quante cassette anni '80 ho visto quell'inverno, sul Bauhaus, gli artisti del Bauhaus, la filosofia del Bauhaus e anche le sedie del Bauhaus.
Non che fossimo attenti davvero, le ultime due ore in sala tv a luce spenta.
BAUHAUS.
Era diventata un'ossessione anche per noi, ormai.
E tra un Kandisky a destra, un Gropius a manca e un Mies al centro su una sedia, le nostre lezioni passavano così, a pensare a quando saremmo finalmente andati a Berlino per vedere sto cazzo di Bauhaus così magari la piantava di massacrarci i coglioni di cassette in tedesco sottotitolate in inglese SEMPRE SOLO SUL BAUHAUS.

Partimmo così, con questo spirito.
Spendemmo circa 350/400 euro, senza Mastercard. Tutto compreso, sempre senza Mastercard. Qualcuno per protesta non venne, così, solo per boicottare l'impresa.

Ma vedere la faccia della professoressa quando la guida, anche lei con le palle piene del leitmotiv "ma quando andiamo a vedere il Bauhaus, quando andiamo a vedere il Bauhaus", che le dice

Signora, il Bauhaus l'ha chiuso Hitler nel '33

No, non ha prezzo.

Prof, stia tranquilla: shit happens.

giovedì 6 febbraio 2014

Bagni e buoi dei paesi tuoi

Paese che vai, bagno che trovi.

Questa riflessione nasce da un post di Circolo Marlow sulle condivisibilissime disposizioni a Singapore. E sì, mi riferisco ai diversi usi e costumi sull'uso della toilet.

Quel post mi ha ricordato, per via di voli neanche troppo pindarici, un adesivo a tema che ha portato un amico dal Giappone:
ok, forse la prima da sinistra della seconda linea
non è poi proprio così improbabile...


Ora, uno lo pensa e dice: ma scusa, ma non è intuitivo come si usa la tazza del cesso?
No, per qualcuno evidentemente no. Certo che comunque la fantasia umana non ha limiti...
In effetti, quando sono stata in Cina c'erano solo bagni alla turca che non ho trovato neanche in Turchia!

Ma comparato alla tazza trovata in un cubicolo in un autogrill di frontiera, i bagni cinesi sono sale di relax all'aux de rose.
Che poi oh, anche troppo che c'era, il bagno: quando mia mamma andò nella valle dei templi in Sicilia con il mio babbo, i bagni non erano altro che cespugli secchi. Ah, che bel ritorno alla natura!

Inutile fare gli schizzinosi, quando scappa scappa.
Ma all'anima de li mortacci tua,
AVEVO APPENA PULITOOOO!

Io poi sono una decisa sostenitrice del diritto universale del poter andare al bagno ovunque, e senza pagare. E' come il bicchiere d'acqua quando hai sete: dovrebbe essere inserito nella Dichiarazione dei diritti dell'uomo, acqua e gabinetto sono garantiti!

Però
C'è un però.
Ad esempio il fatto che, almeno in Italia, ci sia l'impossibilità ontologica, l'incapacità intrinseca dell'uomo (e qui inteso come Homo hominis, non solo come Homo masculis) a mantenere un cesso non dico pulito, ma praticabile, per più di 15 minuti dal passaggio del servizio pulizie- che preferirebbe lavorare allo zoo, almeno saprebbe in partenza con che razza di animali sia costretto ad avere a che fare.
Vedi il dramma che si consuma ogni giorno nei pressi dei bagni dell'università.
ok, adesso sono pronto!
psicologicamente e non solo ;)
Voglio dire, è inutile che ci sciacquiamo tanto la bocca nel dire che noi siamo puliti perché siamo gli unici al mondo ad avere il bidet (e qui non posso non ricordare un vecchio post di Manoel) se poi entrare in un bagno pubblico è come entrare in un villaggio con l'ebola!


Non so quale sia la causa di questo strano fenomeno: 
forse c'è una tara genetica a penetranza variabile nella popolazione, con incidenza massima in suolo italico, che porta la gente a soffrire di doppia personalità e credersi il Golgota di Dogma.
Forse è un fenomeno paranormale legato a un tentativo di una razza aliena di comunicare con noi.
Forse è come con gli amici: ognuno ha il bagno che si merita.
Chissà.

E intanto la lista dei misteri italiani ancora insoluti si allunga.




lunedì 3 febbraio 2014

Storiella del lunedì #7

Parigi è sempre Parigi
Berlino non è mai Berlino

Berlino, per chi non c'è mai stato, è una città colorata,giovane e dinamica, sottopopolata, senza il traffico che ti aspetti in una capitale, e diversa a ogni angolo, dove puoi trovare una chiesa semidistrutta dai bombardamenti come monito, e poi nella piazza della porta del Brandeburgo una banca che fuori sembra un edificio imponente ma perfettamente integrato nell'ambiente, e invece entri ed è qualcosa di completamente diverso. Qualcuno l'ha chiamata la balena, mi sembra. 
Puoi trovare un complesso chiamato il Fujiama con uffici tutti di vetro, il famoso e inquietante zoo, il monumento alla Shoah e il gelo del museo Ebraico
E poi i palazzi di Renzo Piano, e l'ascensore del Palazzo della Mercedes che va su su in cima in meno di 10 secondi, in stile Roger Rabbit (in realtà neanche te ne accorgi, ma la scena di Roger Rabbit è impagabile)
Accanto ai resti del muro c'è chi gira vestito da guardia russa e ti procura un passaporto con tutti i visti necessari per passare di qua o di là, e magari andare a prendere un kebab o una buona pita di agnello nel quartiere turco, che fa rima con quartiere studentesco.
Il muro: muro che sembra un'immensa istallazione d'arte grazie agli artisti che l'hanno caricato di vecchi e nuovi significati.

Ma per pensare, anche agli orrori della guerra, c'è pur sempre il museo dell'arte contemporanea, quello di Mies Van der Rohe, dove ho trovato una statuetta uguale uguale a me.
Mi dispiace se la foto è un po' gialla,
ma sulla somiglianza fidatevi sulla parola ;)

Se è primavera e il tempo è buono, il giardino del Reichstag è pieno di gente che va a prendere il sole fin sulle sponde della Sprea. Ma del resto, di che stupirsi, se è aprile, c'è il sole, sbocciano i fiori e pure i nudisti al Tiergarten. 
Insomma, Berlino è quella città che alla prima impressione dici: 
ma io qua ci potrei vivere!
E siccome ancora non ci sono tornata, quello che mi è rimasto ancora, è la prima impressione.
In effetti l'unico rimpianto è che avrei voluto/dovuto fare foto, ma non ero un'amante dello stare dietro l'obbiettivo, all'epoca.

Ma questo non spiega comunque perché io mi trovassi a Berlino nell'ormai lontano 2009.
Il perché e il percome alla prossima storiella del lunedì.