mercoledì 28 maggio 2014

Tante piccole cose

Sono finite le lezioni, ergo sono iniziati gli esami, o, almeno, la sessione.
Il che spiega -e spiegherà- la mia latitanza, anche se devo -dovrei- ancora raccontare della mia settimana tedesca. 

Invece sono salita a casa per votare e essenzialmente sono andata al mare. E in moto. Oh, quando ci vuole ci vuole, e un po' di sole non si nega a nessuno, soprattutto agli studenti fuorisede che il mare lo vedono con il binocolo, o con il trenino da Piramide a Ostia Lido, ovvero "Atac = la stirpe del MaLe". E invece no, perché mi sono pure motorizzata e munita di auto MIA. 
Io e la mia macchinina andiamo dove ci pare, in barba agli autobus fantasma, che per 4 anni non sono mai passati in orario e adesso che torni automunita invece ti compaiono davanti alla curva e lì rimangono andando ai 2 all'ora in una stradina dove non puoi superare.
Son cose.

Ma torniamo alle elezioni, ché io son tornata apposta apposta ma non c'era nessuno. L'unica consolazione è sapere che anche se appartengo a quello 0,7% che ha votato Scelta Europea, il voisietequi fatto oggi perché visto su Un Uomo in cammino ha detto che era l'opzione a me più vicina. Per quello che vale, va bene. Ma potevo starmene a casa.

Comunque c'è una cosa, anzi, ce ne sono due, che hanno turbato la mia settimana più delle elezioni europee:

1- la mancanza di Game of Thrones. Stupidi americani e la loro pausa di mezza stagione.

2- la dichiarazione tutta facebookiana della Ministra Giannini sull'abolizione del test a Medicina. Dichiarazione che spero tutt'ora essere una bufala.

Su quest'ultimo punto darò un parere non richiesto ma disinteressato: è una cacata pazzesca. Per garantire posto e mezzi al numero esorbitante di studenti che si iscrivono al primo anno non basterebbe il Colosseo. Spostare poi la selezione alla fine dell'anno è un suicidio annunciato, per tutti. Nonché una perdita di tempo e sanità mentale. 
Il test di ammissione a Medicina non è attitudinale, ma nemmeno lo sono le materie del primo anno. Però il test serve a fare una scrematura, brutta cattiva e stronza, certo, tra le migliaia che provano e le centinaia che entrano. 
E a garantire, a quelle centinaia che entrano, una didattica e uno stato delle aule almeno sufficienti. Sarebbe bello poter dire che a medicina entrano solo i meritevoli, o quelli che hanno studiato, ma non sarebbe esatto: conosco persone molto intelligenti che non sono entrate, o che sono entrate dopo un paio d'anni, e conosco persone molto stupide che frequentano o hanno frequentato con me. 
Ma suoi grandi numeri, il test di medicina è il modo forse più democratico e obiettivo per fare una cernita. A parte forse il sorteggio, ma non credo che con la nomina a sorteggio gli aspiranti medici sarebbero più contenti.
Comunque, io penso che fino a che la gente, e qui mi riferisco agli studenti delle superiori ma ancora di più al loro parentame, non capirà che non si studia medicina "perché almeno un domani avrò uno stipendio assicurato", ma perché si ha la voglia di risolvere o almeno capire i problemi di altre persone, senza aggiungere ulteriori problemi, fino ad allora non ci resta che piangere sull'abolizione del test.

Sarà quel che sarà,intanto in bocca al lupo a chi ce l'ha fatta col test di aprile.

Per il resto, mi consolo dopo aver visto l'abito magnifico di Uma a Cannes:
foto dal web, vestito pare Versace ma di chiunque sia è meraviglioso


giovedì 15 maggio 2014

Momenti

Sarà perché stamattina alla radio passavano la storia della maledizione di Béla Guttmann e del Benfica.

Sarà perché ho riletto gli ultimi post di Paolo, che mi hanno riportato mente e cuore e come per magia là, proprio là, dove avevamo fatto foto bellissime, per perdere poi la macchinetta l'ultimo giorno.

Sarà perché ieri sera sono andata finalmente al cinema a vedere Grand Budapest Hotel, o perché continuo ad ascoltare questa:


Sarà perché studio gli Ace inibitori e scopro che hanno interazioni con i cibi piccanti e soprattutto con la paprika.

Sarà perché è mezzogiorno e mezza.

Insomma, il perché non lo so, ma io ho voglia di un bel piatto di goulash. 

E lo so che sono a Roma e ci sono 20 gradi, ma ho voglia di goulash lo stesso. 
E invece mi farò un panino. 
Son cose.


venerdì 9 maggio 2014

Piccole consolazioni

Sempre giornata dello sport.
Sempre tonicità ed endorfine sbattuti in faccia a noi poveri Cristi che usciamo dall'Anatomia Patologica dopo un'autopsia (evidentemente non nostra).

Ad un certo punto vedo i miei colleghi maschi che si rianimano:
-Oh, che c'è che c'è? Ditelo anche a noi!
Sospetto che abbia a che fare con una cosa che inizia per "F" e finisce per "iga", ma tanto meglio: ho proprio bisogno di farmi due risate con due discorsi scemi.
- Eh no, non puoi capire...
- Cioè, ho visto un culo che parla, ma proprio ti racconta delle storie...
Ok. A questo punto scatta il bisogno tutto femminile di vedere con i propri occhi e comparare. Che poi, in realtà, io tutta questa storia del culo mica l'ho mai capita.
Sì, cioè, ho capito che il culo è una cosa importante, ma non sono mai stata in grado di definire un culo femminile, quindi quest'occasione potrebbe chiarirmi molto le idee.
Sono invece ferratissima sui culi maschili, ndr.

Contenti e arrapati mi portano al cospetto della callipigia, che intanto è impegnata a mostrare vari esercizi di palestra: nel complesso, carina, bassina, con le sue cosciotte e polpacci torniti, e bella tonica. 
A questo punto, entro nel particolare e le guardo il culo; dopotutto, sono lì per questo.
La mia amica, che è con me, subito grida:
-Ma quella...è cellulite!
Eh già. Quella è cellulite. Non sulla chiappa, subito sotto. 
Eh, l'occhio di una donna è un giudice che non perdona.

I maschi nel frattempo neanche ci sentono e continuano a osservare rapiti la scena:
-Ecco, io, adesso, che ti credi? Penserò a questo culo per settimane!
-Io per settimane no, ma di sicuro oggi avrò altro a cui pensare che non le lezioni!
e via così.

Non lo so, ma mi sono sentita bene. Rincuorata e sollevata.
E non perché avesse la cellulite, ma perché nessuno l'avesse notata! Eccetto un'altra donna, ma le donne non contano. Tanto se non hai difetti, te li aggiungono.
Sorry girls, but it's true.

Perché a livello subconscio, quando passi davanti alla fermata del bus con Giselle in costume che ti guarda e ti rimprovera e pensi a quanto tempo ti resta prima dell'estate per far sparire quel rotolino di ciccia maturato nel corso dell'inverno, e che comunque tutti, al mare, noteranno subito e solo il cuscinetto di cellulite. E scatta la paranoia dell'andare a correre - bloccata poi subito dopo dalla paranoia del "non posso andare a correre perché devo studiare".
Invece non se ne frega proprio nessuno.
Questo vuol dire che mi posso rilassare e domenica andrò a godermi un po' di mare.



giovedì 8 maggio 2014

Quando il sole splende

Anche quest'anno, come ogni anno, è arrivata la giornata dello sport.
Anche quest'anno, come ogni anno, frotte esaltate di studenti di scienze motorie con le loro tute e scarpe da ginnastica, curiosi con i loro cappellini e vecchi con i loro balli di gruppo si riversano nel giardino di medicina per una giornata dedicata al divertimento, alla salute e allo sport.
Perché lo sport è salute e divertimento, isn't it?
Anche quest'anno, come ogni anno, ci siamo noi, pallidi studenti di medicina fotofobici che nella pausa tra una lezione e l'altra si aggirano tra la folla mezzi rincoglioniti dalla musica e dall'esaltazione generale. 
Sì, ci sentiamo persone tristi, a volte.
Anche quest'anno, come ogni anno, ci sono scivoli gonfiabili, strani cerchi per terra, stand di zumba e anche pole dance. 
Infinite possibilità per tutti i gusti più uno. Perché noi valiamo.
Ovviamente il ping pong, la pallavolo, il calcetto continuano a regnare sovrani.
Facce sorridenti invitano a una lezione di prova di qualsiasi sport esistente, e anche non esistente. Basta volerlo.
- Oh, allora regà, che proviamo?
- Odio. Proviamo odio.
Oh Voi, 
studenti di scienze motorie, 
con le vostre forme fisiche perfette 
e le vostre chiappe sode, 
lasciateci in pace, 
CAPITO?!

Invece, vado a giocare a pallavolo.

Sì, lo so, la mia è tutta invidia.











sabato 3 maggio 2014

Bruxelles ma belle...

La mia voglia di visitare Bruxelles è cominciata quando ho avuto il mio colpo di fulmine per Stromae. Un'amica in Erasmus in Belgio e un volo low cost ad un orario tanto per cambiare improponibile erano le scuse giuste per decidere finalmente di andare.
Quindi, senza avere né arte né parte, sono partita per questa misteriosa e un po' sottovalutata città del nord Europa, di cui conoscevo soltanto 3 cose: la birra, l'Atomium e Magritte. 

Non sapevo cosa avrei trovato, ma non mi aspettavo molto più di una città grigia ma pulita, gentile ma fredda, dove i negozi chiudono alle 6 e i treni sono sempre in orario. 
In altre parole una noia. 
Che poi era quello che mi aspettavo da Berlino, salvo esserne poi piacevolmente smentita.
Con Bruxelles la piacevole smentita purtroppo non è arrivata.
Certo, i treni arrivano in orario, puoi girare in bicicletta con il bike sharing pagando il giornaliero meno di una corsa in metro (1,80 contro 2,80! E nessuno prova ad investirti!), non fa nemmeno troppo freddo, almeno per me che ho trovato l'unica settimana di sole di tutto l'inverno. Ci sono addirittura i parchi studiati ad hoc per interrompere la monotonia delle case e del cemento con un po' di verde e qualche spazio per fingere di non essere in città, primo tra tutti l'Atomium -che è in effetti non è in città, almeno non proprio nel centro.
Però.
Però non mi ha entusiasmato. Non mi ha nemmeno schifato eh, per carità. Ma quasi quasi avrei preferito che questa città prendesse una posizione ben chiara nelle mie impressioni.
Invece niente. 
Nada de nada. 
Sì, per carità, la Grand Place è molto bella,  la cioccolata comprata in Galleria era molto buona, ma insomma, speravo in un qualcosa di più.

Mi ero pure portata la reflex, ma non ho ritenuto che ci fosse nulla di così entusiasmante da immortalare. A parte me e la mia amica di fronte a un boccale di birra, è ovvio.
In sostanza Bruxelles rimane una pulita e ordinata città del nord, con quell'aplomb che mi annoia dopo 10 minuti.
Almeno di giorno, e almeno quando non passi per il quartiere nero.

Oh, il quartiere nero non sarà la zona più rinomata della città, e un paio (forse più di un paio...) di palazzi sembrano lì lì per cadere, ma il via vai di gente che grida per strada, i ristoranti etnici e i parrucchieri praticamente in strada mettono allegria. Non sembrava nemmeno Bruxelles. Finalmente qualcosa di vero!

La notte devo dire che però è un'altra storia -e per fortuna, sennò era da lametta: ci sono una miriade di pub, locali e affini che organizzano happy hour e aperitivi folli; ce n'è uno dove prendi solo da bere e ti porti il cibo da casa; non è insolito ritrovarsi in mezzo al pienone con a destra un universitario squattrinato e a sinistra un avvocato che vomita nel cespugli. 
OLLE'.
Io ho dovuto fare tappa al Delirium Cafè, che è entrato nel Guinness dei Primati per il numero impressionante di birre tra cui scegliere - più di 2000. E' sempre strapieno, ma un posto si trova sempre - con annesso di solito anche qualcuno che ti offre da bere e che canta Stromae con te. E poi a fine serata proprio lì davanti sta un posto famoso per l'assenzio. Ora, non sono una grande fan della fatina verde, ma che, il bicchierino della staffa non te lo fai? 
Atmosfera totalmente differente quella del Goupyl Le Fol: ex bordello, le sale sono su più piani, tutte rigorosamente sfalsate tra loro, e arredate con divani, poltrone e sofà spaiati e buttati là un po' a casaccio. L'ho già detto che i belgi si sdraiano ovunque, no? Ecco, sui divani mi sdraio anche io. Rischiando ovviamente che cali la palpebra, soprattutto dopo la specialità della casa: vino aromatizzato alla noisette
Che detta così sembra una cacata, e invece...

Alcol e vita notturna a parte, di Bruxelles rimane una cosa sola da vedere: il Museo di Magritte. Ecco, Magritte val bene un viaggetto a Bruxelles. Tra l'altro la mostra è curata proprio bene, si articola su 3 piani + 1 di film, seguendo un filo cronologico. E poi chi lo sapeva che Magritte aveva scritto un pamphlet di elogio alla masturbazione e al sesso anale? Io no. Ma adesso lo so.
Forse questo è l'inferno: dover passare l'eternità
in questa cazzo di Bruges!

Piccola parentesi: con 18 euro sono andata una mattina a Bruges. La città l'avevo "già vista" in In Bruges - La coscienza dell'assassino, un film di per sè pallosissimo eh, che però sapeva sfruttare davvero bene l'ambientazione - il titolo non è messo a caso
Bruges è una cittadina carina come ce ne sono tante, ma probabilmente cercavo l'atmosfera un po' cupa e misteriosa del film, senza lo scazzo di Colin Farrell

Però almeno un motivo per visitarla una volta nella vita c'è, e non è il Sangue di Cristo nella Chiesa del Sacro Sangue, ma la Madonna di Michelangelo, che sta nella Chiesa di Nostra Signora. 
La Madonna che ti giudica
Eh, non c'è niente da fare: si vede la mano del genio, soprattutto alla mattina con il fascio di luce che entra dall'alto. E' proprio bella. Soprattutto si vede lo stacco con il resto delle decorazioni della chiesa - sono arrivata a quel punto della mia vita romana in cui ho visto davvero troppe chiese bellissime, e ormai è difficile che mi stupisca. O mio Dio, sto diventando menefreghista rispetto al resto del mondo come i romani! Urge un cambiare sede al più presto, prima che metta radici!

E così, Bruxelles ma belle.
Ma anche no. 



ndr: le foto non sono mie, sono prese dal web, as always. Questo perché le poche foto che ho fatto o sono brutte, o non si vede una mazza. Pace.