E così è volato il primo mese di vita nella terra dei crauti.
E mi son trovata così bene che ho deciso di passare la Pasqua qua, anche perché se fossi tornata dopo solo un mese, i miei si sarebbero preoccupati, visto che sono quella che quando si è trasferita il primo anno di università, è partita a settembre ed è tornata a Natale.
E' stata una Pasqua Italo-indiano-brasiliana tutta al femminile, in cui ho dato sfogo a talenti culinari che non sapevo di avere.
In realtà, in questo mese è successo di tutto, ma di tutto di più.
Della serie che mi sono trovata a cena con un mormone, ho mangiato pelle di scimmia fumando narghilè con la mia amica cinese e ho imparato a fare il chà indiano originale (darjeeling, latte, zenzero).
Io e la mia coinqui abbiamo anche già inaugurato il periodo delle feste in casa, con tanto di vera pizza fatta da noi medesime, conquistando quei mangiarane snob dei francesi.
E poi sono stata colta da una tempesta di neve in bici, perché giustamente era il primo di aprile, che è, un bello scherzo non ci stava?
In tutto questo, ho incontrato un artista messicano folle, e ho un amico tedesco che al momento mi manda foto da Israele...
ma lo spec si fa sentire, e chissà, si vede che la radice "spec" è la stessa di "speciale"...
E' tutto un vortice travolgente di emozioni, persone, lingue e eventi.
Vedremo come andrà questo aprile, con l'inizio delle lezioni.
Intanto mi godo un meritato riposo questo lunedì dell'Angelo.
UCAS - Ufficio Complicazioni Affari Semplici
La vita ordinata di una ragazza disordinata
lunedì 6 aprile 2015
domenica 8 marzo 2015
Marzo: tempo di cambiare
Nuntio vobis magno gaudio che da ben una settimana sono ufficialmente una studentessa Erasmus.
Sto bene, mi sto ambientando e sto cercando di farmi comprendere nel mio tedesco elementare. In compenso gli americani che sono qui mi fanno i complimenti per il mio inglese, e questo mi fa pensare che la connessione mentale con Platypus negli States sia ancora molto attiva.
7000 km e passa non basteranno a farci uscire l'una dalla testa dell'altra.
Ora vorrei connettermi mentalmente anche col cervello del mio altro beloved Coinqui, lo Gnocco, che parla un ottimo tedesco e un po' di parole in più mi farebbero comodo.
Insomma, che questo nuovo viaggio cominci.
A presto aggiornamenti.
Sto bene, mi sto ambientando e sto cercando di farmi comprendere nel mio tedesco elementare. In compenso gli americani che sono qui mi fanno i complimenti per il mio inglese, e questo mi fa pensare che la connessione mentale con Platypus negli States sia ancora molto attiva.
7000 km e passa non basteranno a farci uscire l'una dalla testa dell'altra.
Ora vorrei connettermi mentalmente anche col cervello del mio altro beloved Coinqui, lo Gnocco, che parla un ottimo tedesco e un po' di parole in più mi farebbero comodo.
Insomma, che questo nuovo viaggio cominci.
A presto aggiornamenti.
Buona festa della donna (con un post tra parentesi che non c'entra niente ma dovevo fare per amor di cronaca)
Aperta parentesi
Si scrive Febbraio si legge Sessione d'esami.
Giorni d'ansia, di studio, di lacrime e rotolamenti, giorni di docce mancate, code di cavallo, cesto della biancheria straripante, occhiaie, caffè.
Notti che non portano ristoro ma solo altro studio, sempre troppo poco.
Il tutto per affrontare quei 20 minuti d'interrogazione media, in cui sarai giudicato non tanto per quello che sai, quanto per quello che pretendi di sapere.
Anche in questo caso, come in molti altri casi, l'onestà paga poco e saper fingere è sempre una grande dote.
Io di solito sono quella che si siede e dimentica pure il suo nome, per cui mi servono 5 minuti solo per sbloccarmi. Sono un diesel insomma. Che è pur sempre meglio dell'essere un motorino ingolfato.
Ma.
Febbraio è anche il mese dei recuperi, e io dovevo recuperare un tirocinio.
Quindi le mie ansie le mie paure e tutto il tabù degli esami, della vita, dell'universo e tutto il resto sono stati diluiti se non annullato del tutto dalla gioie della vita di reparto.
E' inutile, non importa in quale reparto, non m'importa se la gente non mi caca perché nella gerarchia ospedaliera conto meno dei broccoli della mensa dell'ospedale, a me frequentare i reparti piace.
Sto proprio bene. Tutto il resto conta zero.
Se aggiungiamo che una volta tanto erano pure super simpatici è chiaro che non me ne voglia andare più.
Anche se l'ultimo giorno ha i suoi vantaggi. Tipo lasciare la libertà allo specializzando carino di salutarti con un:
- Perché non usciamo una di queste sere?
Il resto è storia. Una storia di uscite, risate, cene, nocino e disagio post-adolescenziale.
Perché è bello sentirsi scema come una tredicenne, anche con 10 anni di più.
Chiusa parentesi.
Si scrive Febbraio si legge Sessione d'esami.
Giorni d'ansia, di studio, di lacrime e rotolamenti, giorni di docce mancate, code di cavallo, cesto della biancheria straripante, occhiaie, caffè.
Notti che non portano ristoro ma solo altro studio, sempre troppo poco.
Il tutto per affrontare quei 20 minuti d'interrogazione media, in cui sarai giudicato non tanto per quello che sai, quanto per quello che pretendi di sapere.
Anche in questo caso, come in molti altri casi, l'onestà paga poco e saper fingere è sempre una grande dote.
Io di solito sono quella che si siede e dimentica pure il suo nome, per cui mi servono 5 minuti solo per sbloccarmi. Sono un diesel insomma. Che è pur sempre meglio dell'essere un motorino ingolfato.
Ma.
Febbraio è anche il mese dei recuperi, e io dovevo recuperare un tirocinio.
Quindi le mie ansie le mie paure e tutto il tabù degli esami, della vita, dell'universo e tutto il resto sono stati diluiti se non annullato del tutto dalla gioie della vita di reparto.
E' inutile, non importa in quale reparto, non m'importa se la gente non mi caca perché nella gerarchia ospedaliera conto meno dei broccoli della mensa dell'ospedale, a me frequentare i reparti piace.
Sto proprio bene. Tutto il resto conta zero.
Se aggiungiamo che una volta tanto erano pure super simpatici è chiaro che non me ne voglia andare più.
Anche se l'ultimo giorno ha i suoi vantaggi. Tipo lasciare la libertà allo specializzando carino di salutarti con un:
- Perché non usciamo una di queste sere?
Il resto è storia. Una storia di uscite, risate, cene, nocino e disagio post-adolescenziale.
Perché è bello sentirsi scema come una tredicenne, anche con 10 anni di più.
Chiusa parentesi.
martedì 27 gennaio 2015
Di ritorni, assenze, partenze e costanti ricerche
Lo so, sono una brutta persona perché avevo detto che avrei cominciato a postare e invece è passato più di un mese e io neanche ho fatto gli auguri di buon anno nuovo.
Sappiate che vi ho pensato, anche se non sono passata a salutare, e se sono passata l'ho fatto con molta discrezione.
Ho avuto il mio momento di crisi con il blog: pagina bianca, vuoto totale.
Ma adesso è finito perché mi sono rotta di dire "No, suvvia, non posso, che faccio, che dico, che scrivo, che io c'ho i miei problemi e poi intanto Charlie Hebdo e poi Magalli Presidente della Repubblica e poi Zerocalcare che è stato a Kobane e le elezioni greche e poi devo studiare e ho gli esami tra una settimana...". Non che non abbia gli esami tra una settimana, ma 'sticazzi. Tanto scrivo e mi rilasso. OH.
Il 2014 è stato un anno straordinario, davvero difficile da eguagliare. E quindi vista la difficoltà di emulazione quasi mi sembra giusto che questo inizio 2015 sia improntato allo stravolgimento più totale.
Anzitutto, mi tocca recuperare in reparto le ore di lezione perse a ottobre con il Brasile. Che mi avevano rassicurato più volte che fossero giustificate, visto che è una borsa dell'Università. Invece no. Avrei dovuto falsificare le firme mentre ero a 7500 km di distanza. E pazienza, scema io che pensavo di andare avanti a furia di onestà, nel paese che sembra una scarpa. Ma non volevo parlare di questo.
Poi, mi sono lasciata con il MioUomo, dopo 4 anni e mezzo d'amore. L'ho lasciato io, per una volta in maniera matura, per una volta senza troppi drammi. Perché per me non c'era più amore ma solo affetto. Perché sapevo che se non l'avessi lasciato adesso avrei fatto danni a me e a lui, e lui questo non se lo merita proprio.
Lui che è riuscito a riderci su e a dirmi Grazie come prima cosa, dopo che gli ho detto che per me le cose non andavano più e che insomma...tanto affetto tanto calore ma una relazione non si fa con l'amore di uno.
Ma non volevo parlare neppure di questo.
Stanotte la mia amica mi ha postato questo sui social, e voleva un'opinione. In breve, una professoressa canadese ripesca un simpatico esperimento del '97 -in cui si voleva verificare la possibilità di far innamorare due sconosciuti in 45' dopo una conversazione di 36 domande e 4' di contatto visivo finale, in silenzio- e lo sperimenta su sé stessa e su un vecchio amico.
*SPOILER*: l'esperimento funziona e i due si sposano.
E l'happy ending è servito.
Ora, di tutte le coppie che parteciparono all'esperimento originale -mi sembra fossero 18-, solo 1 effettivamente si innamorò e si sposò; però tutte dichiararono come, alla fine dell'esperimento, sentissero che si fosse creato un legame profondo con l'altro, e non lo ritenessero più uno sconosciuto.
Ovviamente, le 37 domande sono studiate appositamente per questo: le prime servono a creare una comfort zone in cui ci si mette a proprio agio, dopodiché sono fatte apposta per scendere assieme in una dimensione di vicinanza emotiva.
Da un lato, è interessante notare come affetto e fiducia vengono ricreati "in laboratorio"; dall'altro, è sollevante per me poter finalmente respirare e dire "allora non sono scema quando parlo la prima volta con qualcuno e ho come l'impressione di conoscerlo da molto più tempo".
Ok, bene.
La mia amica vuole testarlo sui prossimi ragazzi con cui uscirà, perché ultimamente le sembra di incontrare persone che proprio non vanno, per non dire personaggi davvero disturbati (e disturbanti).
Quindi le ho chiesto cosa cerca. Be', quello che cercano tutte - un uomo che non sia coglione.
Mmm no, you're doin' it wrong. Questo test non discrimina coglioni/non coglioni. Al massimo, ti aiuta a legarti sentimentalmente (a qualunque livello) all'ennesimo coglione.
Midori sta per partire per le Americhe: questa volta è il suo turno. E sono così fiera di lei.
Per quanto mi riguarda, stringo i denti e vado avanti, perché febbraio è alle porte.
E tengo saudades.
Sappiate che vi ho pensato, anche se non sono passata a salutare, e se sono passata l'ho fatto con molta discrezione.
Ho avuto il mio momento di crisi con il blog: pagina bianca, vuoto totale.
Ma adesso è finito perché mi sono rotta di dire "No, suvvia, non posso, che faccio, che dico, che scrivo, che io c'ho i miei problemi e poi intanto Charlie Hebdo e poi Magalli Presidente della Repubblica e poi Zerocalcare che è stato a Kobane e le elezioni greche e poi devo studiare e ho gli esami tra una settimana...". Non che non abbia gli esami tra una settimana, ma 'sticazzi. Tanto scrivo e mi rilasso. OH.
Il 2014 è stato un anno straordinario, davvero difficile da eguagliare. E quindi vista la difficoltà di emulazione quasi mi sembra giusto che questo inizio 2015 sia improntato allo stravolgimento più totale.
Anzitutto, mi tocca recuperare in reparto le ore di lezione perse a ottobre con il Brasile. Che mi avevano rassicurato più volte che fossero giustificate, visto che è una borsa dell'Università. Invece no. Avrei dovuto falsificare le firme mentre ero a 7500 km di distanza. E pazienza, scema io che pensavo di andare avanti a furia di onestà, nel paese che sembra una scarpa. Ma non volevo parlare di questo.
Poi, mi sono lasciata con il MioUomo, dopo 4 anni e mezzo d'amore. L'ho lasciato io, per una volta in maniera matura, per una volta senza troppi drammi. Perché per me non c'era più amore ma solo affetto. Perché sapevo che se non l'avessi lasciato adesso avrei fatto danni a me e a lui, e lui questo non se lo merita proprio.
Lui che è riuscito a riderci su e a dirmi Grazie come prima cosa, dopo che gli ho detto che per me le cose non andavano più e che insomma...tanto affetto tanto calore ma una relazione non si fa con l'amore di uno.
Ma non volevo parlare neppure di questo.
Stanotte la mia amica mi ha postato questo sui social, e voleva un'opinione. In breve, una professoressa canadese ripesca un simpatico esperimento del '97 -in cui si voleva verificare la possibilità di far innamorare due sconosciuti in 45' dopo una conversazione di 36 domande e 4' di contatto visivo finale, in silenzio- e lo sperimenta su sé stessa e su un vecchio amico.
*SPOILER*: l'esperimento funziona e i due si sposano.
E l'happy ending è servito.
Ora, di tutte le coppie che parteciparono all'esperimento originale -mi sembra fossero 18-, solo 1 effettivamente si innamorò e si sposò; però tutte dichiararono come, alla fine dell'esperimento, sentissero che si fosse creato un legame profondo con l'altro, e non lo ritenessero più uno sconosciuto.
Ovviamente, le 37 domande sono studiate appositamente per questo: le prime servono a creare una comfort zone in cui ci si mette a proprio agio, dopodiché sono fatte apposta per scendere assieme in una dimensione di vicinanza emotiva.
Da un lato, è interessante notare come affetto e fiducia vengono ricreati "in laboratorio"; dall'altro, è sollevante per me poter finalmente respirare e dire "allora non sono scema quando parlo la prima volta con qualcuno e ho come l'impressione di conoscerlo da molto più tempo".
Ok, bene.
La mia amica vuole testarlo sui prossimi ragazzi con cui uscirà, perché ultimamente le sembra di incontrare persone che proprio non vanno, per non dire personaggi davvero disturbati (e disturbanti).
Quindi le ho chiesto cosa cerca. Be', quello che cercano tutte - un uomo che non sia coglione.
Mmm no, you're doin' it wrong. Questo test non discrimina coglioni/non coglioni. Al massimo, ti aiuta a legarti sentimentalmente (a qualunque livello) all'ennesimo coglione.
Midori sta per partire per le Americhe: questa volta è il suo turno. E sono così fiera di lei.
Per quanto mi riguarda, stringo i denti e vado avanti, perché febbraio è alle porte.
E tengo saudades.
mercoledì 24 dicembre 2014
domenica 16 novembre 2014
Del mese in cui presi più aerei che autobus
Sono tornata. E sono senza parole,ma con tante emozioni.
Il ritorno alla "normalità" sarebbe stato devastante, se non avessi avuto qua i miei amici e se non avessi fatto il pieno di energia laggiù nell'emisfero sud.
Non è stato un viaggio bello. E' stato IL viaggio. Della vita, dell'anima, delle scoperte. Mi sento diversa da quando sono partita, migliore. E non solo perché il Brasile è il Brasile.
Sono partita da sola, senza sapere la lingua e senza sapere neanche cosa aspettarmi. Sono partita, a dire la verità, senza pensarci troppo. Ok, questa è la borsa, questa è la destinazione, questi sono i biglietti: prendere e partire. E adesso che sono tornata, adesso che mi sono fermata, non riesco a non pensare al prossimo viaggio, e non riesco a togliermi dalla mente che in Brasile io ci voglio tornare, e presto anche (scusa babbo, so quanto soffrano le tue finanze al solo pensiero di rimandarmi in Brasile).
Al di là dei luoghi, che sono spettacolari (ma che ve lo dico a fà?) ho trovato persone che, davvero, scaldano il cuore. E un pezzo di cuore io là ce l'ho lasciato (le ormai famose conversazioni su whatsapp con il MioUomo: "amore mi manchi, non vedo l'ora che torni" "amore mi manchi, ma non voglio tornare, prendi un aereo e vieni tu qui!").
Ma bando ai sentimentalismi; in poche righe, quello che ho imparato del Brasile in pillole:
- non importa se non sai il portoghese, qualcuno ti aiuterà lo stesso e continuerà a ripeterti lo stesso concetto alla stessa velocità fino a quando in qualche modo e comunque non ti entrerà in testa (e comunque, dopo un mese di Brazil, falo portuguese mais o menos, mas intendo tudo. Certo =) )
-"Voce nao intende porrà nehunha" è la stessa cosa di "Voce nao intende nada", ma è meglio non andare in giro gridandolo ai 4 venti, come invece il tuo tutor ti ha detto di fare.
- Recife la chiamano "la Venezia dell'emisfero australe", ma è evidente che 4 canali non bastano a farti Venezia. Mentre dovrebbero chiamarla la città degli ospedali, visto che ce n'è uno ogni 100 metri.
- Si mangia e si beve da DIO. Eccovi un piccolo assaggino:
Casquinhos de caranguejo e capiroska de cajà |
- Salvador de Bahia e Rio de Janeiro sono piene di gnocchi. Andarci fidanzate è rischioso, molto rischioso. E' un po' come entrare in pasticceria e essere a dieta, con la differenza che in pasticceria i pasticcini non ti saltano addosso pretendendo di essere mangiati, a Salvador e soprattutto a Rio sì.
- Foz de Iguaçu è indescrivibile. Quelle cascate ripagano tutta la fatica che si fa per arrivarci.
- Sconfinare in Argentina è facile e veloce, se sai come farlo (in autostop)
- Brasilia è impraticabile senza una macchina. Ma se hai una delle tue più care amiche che ti scarrozza e la scopre a poco a poco con te, diventa una meta imperdibile (nonostante i brasiliani la bistrattino).
- La musica è una cosa seria, ma anche molto tamarra. Eh già, i brasiliani sono tamarri. Ma glielo si perdona volentieri data la simpatia e l'energia che emanano (e che travolge).
- Sempre sulla musica: sono partita che a mala pena sapevo muovere le anche e sono tornata ballerina provetta di forrò e samba. Mais o menos.
- Pipoca sono i popcorn, Pitoca è il cazzo. Quindi occhio ai baracchini.
- Pina è un barrio (quartiere) di Recife, Pica è -sempre- il cazzo. Quindi occhio due volte.
- Saudade. Saudades di tutto. Anche della doccia fredda la mattina, visto che a Recife ci sono 30 gradi perenni e l'acqua calda, obiettivamente, serve a poco.
l'ospedale dove facevo tirocinio...per ricordare che non ero solo a divertirmi...;) |
praia de calhetas, ovvero il paradiso a pochi km da Recife |
uno scorcio di Recife antica |
Vista dal pao de açucar: il corcovado con il Cristo sta sulla sinistra, in primo piano tutta la spiaggia di Botafogo (credo >_<) |
... |
Ipanema al tramonto |
Copacabana |
Garganta do diablo, Foz de Iguaçu |
Foz de Iguaçu, gita in barca per il lato argentino |
Là dove tutto si compie: sulla sinistra il Senato e sulla destra la Camera dei Deputati. Tinta di rosa perché ottobre è il mese della prevenzione del cancro al seno. |
lunedì 27 ottobre 2014
Rotolando verso sud
È ufficialmente un mese che sono qui in Brasile. E invece siamo alla fine.
Tra tirocini, operazioni, amici, portoghese e gli immancabili brigaderi, potrei vivere così tutta la vita.
Quasi mi dispiace partire.
Quasi mi dispiace partire.
Ma Rio, Foz de Iguaçu, Brasilia ci aspettano.
Quante deviazioni quali direzioni quali no?Prima di restare in equilibrio per un po'...
Sogno un viaggio morbido
dentro al mio spirito
e vado via
vado via
mi vida
così sia...
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