lunedì 28 aprile 2014

Poeticamente

...prima del medley familiare...
...prima della storiella del lunedì...
...prima di qualsiasi altro aggiornamento io possa darvi c'è...
LA SFIDA 
A COLPI DI POESIA

Le regole sono semplici: si viene nominati, si riporta una poesia, e si nominano 5 blogger che dovranno entro 24 citare a loro volta una poesia. Se non lo fanno, mi devono comprare e spedire un libro. Di poesie. 

Avevo già raccolto il seme della poesia da La Cri, qualche tempo fa. Adesso, a nominarmi apertamente sono Barbara e Doppio Geffer. E io, con piacere, rispondo. 

Corriente

El che camina                                                                 
se enturbia.
El agua corriente
no ve las estrellas.
El che camina
se olvida.
Y el che se para
sueña.

[Chi cammina 
si intorbida.
L'acqua corrente 
non vede le stelle.
Chi cammina 
dimentica.
E chi si ferma
sogna]
Federico Garcia Lorca

L'altra poesia da me scelta...beh, c'è chi l'ha messa in musica. E allora propongo questa versione, che in realtà già da sola racchiude due poeti:



Questa volta non nomino nessuno, ma chi vuole continuare il gioco si prenda il suo tempo per scegliere la poesia che più gli piace. Oh, se poi qualcuno mi volesse regalare un libro...non mi offendo di certo! 


7 commenti:

  1. Nobile,
    penetra e sa ferire
    sa addolcire e accarezzare.
    Nobile,
    è un falco oltre i nembi,
    un'aura indaco
    che risalta
    nella folla del tempo
    e dello spazio.

    Moz-

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  2. Mmm, io e la poesia. Come chiedermi di parlare di fisica quantistica. Uguale uguale T-T

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  3. Poi che gli ultimi fili di tabacco
    al tuo gesto si spengono nel piatto
    di cristallo, al soffitto lenta sale
    la spirale del fumo
    che gli alfieri e i cavalli degli scacchi
    guardano stupefatti; e nuovi anelli
    la seguono, più mobili di quelli
    delle tue dita.

    La morgana che in cielo liberava
    torri e ponti è sparita
    al primo soffio; s’apre la finestra
    non vista e il fumo s’agita. Là in fondo,
    altro storno si muove: una tregenda
    d’uomini che non sa questo tuo incenso,
    nella scacchiera di cui puoi tu sola
    comporre il senso.

    Il mio dubbio d’un tempo era se forse
    tu stessa ignori il giuoco che si svolge
    sul quadrato e ora è nembo alle tue porte:
    follia di morte non si placa a poco
    prezzo, se poco è il lampo del tuo sguardo,
    ma domanda altri fuochi, oltre le fitte
    cortine che per te fomenta il dio
    del caso, quando assiste.

    Oggi so ciò che vuoi; batte il suo fioco
    tocco la Martinella ed impaura
    le sagome d’avorio in una luce
    spettrale di nevaio. Ma resiste
    e vince il premio della solitaria
    veglia chi può con te allo specchio ustorio
    che accieca le pedine opporre i tuoi
    occhi d’acciaio.

    Nuove stanze, Montale

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    1. Di questa poesia ricordavo bene la seconda strofa, anche se Montale non sono mai riuscita a studiarlo come si deve
      XD

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