lunedì 3 marzo 2014

La storiella del lunedì #11

Livorno, 1909: Amedeo ha 25 anni.
Ha studiato a Firenze e a Venezia e a Parigi, dipinge, scolpisce,a volte scrive  poesie. E anche se è solo all'inizio del suo cammino di artista, è già un esperto viveur, e l'alcol le donne e le droghe non sono certo un mistero per lui. Come fida compagna, la tubercolosi.
Ci sono già sufficienti ingredienti per fare di Modigliani un artista maledetto, simbolo di un decadentismo dissoluto e romantico.
Livorno, 1909: Modigliani si dedica ancora alla scultura, passatempo che presto comunque dovrà abbandonare, proprio per i capricci dei suoi polmoni, che non vogliono sentire ragioni: scegli, Modì, o l'hashish o le polveri del gesso e di chissà quali altre pietre. Scegli, ché ti lasceremo a piedi lo stesso, ma almeno non adesso.
Una delle 24 Teste Femminili scolpite da Modì
Ma non corriamo: è ancora il 1909, e leggenda vuole che una sera, al Caffè Bardi, Modigliani portasse un numero x di sculture- che probabilmente già gli erano costate almeno un lobo polmonare- per farle vedere agli amici e sapere che ne pensassero.
I livornesi, per storia e per cultura, si sa, peli sulla lingua non ne hanno, e la reazione deve essere stata un po' questa:

-  Dedo, ma che l'eri 'mbriaco? Ti facevi 'na ssega facevi mejo, deh. Dai, buttale nel Fosso che così dopo si va-a troie senza quelle cahate lì, deh, che ci spaventi le fìe.

Leggenda vuole che Modigliani li prendesse in parola e buttasse davvero le sue opere al cesso nel Fosso. Poi lascia Livorno, dove non tornerà mai più.

Livorno, estate 1984: è il centenario della nascita di Amedeo Modigliani, e la città vuole celebrare il tribolato e illustre concittadino con una mostra ad hoc, organizzata da Vera Durbé e dal fratello. L'idea è buona, il problema è che non se li incula nessuno, e non arrivano opere da mostrare. Quindi la giunta comunale decide di giocarsi il tutto per tutto e con delle scavatrici perlustra il Fosso Mediceo sperando di trovare qualcosa che giustifichi la decisione presa un po' a caldo, solo sulla base di una diceria, in modo di non venire derisi- dai pisani. 
Dopo una settimana di ricerche, nulla. Poi, l'ottavo giorno, la luce: dal fango non una, non due, ma ben tre teste di granito, con i tratti belli lineari come piaceva al Modì.
Oddio, in effetti, l'eran bruttine eh...

I critici si dividono: sono false, sono vere, boh non so.
Com'è come non è, per 40 giorni Livorno si convince di aver riportato alla luce 3 pezzi unici, nati dal genio e dalla sregolatezza del grande artista. 
E non solo Livorno: arrivano critici, turisti, giornalisti e curiosi da tutto il mondo per vedere le famose tre teste recuperate. Ché poi dicono che in Italia non si lascia spazio all'arte.

E così, lo spumante scorre a fiumi, e tutto è pronto per la mostra quando spuntano dalla Baracchina Rossa 3 giovani che senza mai perdere il sorriso svelano l'arcano: la Testa n° 2 è opera loro.
CHE CAZZO DITE???
 pensa la Dulbè

NE ERO CERTO!!! 
pensa Federico Zeri

MA C'AVRETE LA MAMMA PUTTANA?
 pensano quelli del comune 

Quei tre studenti sono Pietro Luridiana, Pierfrancesco Ferrucci e Michele Guarducci, ma un ringraziamento speciale va anche a Michele Genovesi che c'ha messo il giardino, deh.
Deh oggi m'annoio, si fa un Modigliani a tempo perso?
Tutti e tre con l'arte c'entrano un po' come cazzo e campana, visto che oggi uno ha un negozio di informatica, uno è nel campo delle spedizioni e il Ferrucci è un famoso oncologo.
Anche le Teste n°1 e n°3 in realtà non erano del Modigliani: Andrea Fraglia, scaricatore di porto ma anche discreto scultore, le aveva scolpite apposta perché venissero fraintese, per dimostrare che alla fine, la gente crede a quello che vuole credere, ed per continuare a crederci è anche disposta a chiudere gli occhi di fronte alle contraddizioni.
"Ma allora chi è il vero artista?
Il pittore o il falsario?"
American Hustle- L'apparenza inganna

E invece i 3 ragazzi che per primi fecero perdere la faccia a tanti grandi nomi? La domanda che tutti in Italia e nel mondo si chiesero: perché?

Noi s'è fatto per burla, deh.
Col Blèc-en-Dècche.

Non so voi, ma a me questa storia ha sempre strappato un sorriso, anzi, una sonora risata, perché solo dei livornesi potevano pensarne una così. 

Roma, dal 14 Novembre 2013 al 6 Aprile 2014: a 20 anni dalla burla del Blèc en Dècche, c'è una mostra su Modigliani e gli artisti maledetti a Palazzo Cipolla, in via del Corso. Ci andrò presto perché Modigliani mi è sempre piaciuto, e mi piace ancora di più da quando mi hanno raccontato l'improbabile storia delle Tre Teste.
Jeanne Hébuterne con cappello
Ps: sempre sull'argomento "veri e falsi d'artista" ma soprattutto sullo stato dell'arte dei critici d'arte, consigliatissimo Gambit, con Colin Firth, Alan Rickman e Cameron Diaz. 
"Un vero signore non dimentica mai la cravatta"


4 commenti:

  1. Gli inserti in livornese ç.ç muoio dalle risate XD

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  2. Sì, è una storia famosa questa. Ha ingannato molti e fa pensare seriamente al mondo dell'arte, come funziona e cosa c'è.
    Modigliani comunque è un grande, lo ammiro da quando son piccolo, anzi a dire il vero da piccolo ero spaventato dalle sue opere...

    Moz-

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