giovedì 19 dicembre 2013

Full metal jacket- la mia vita militare

ndr: i sottotitoli allegati al video sono quelli automatici e sono completamente sbagliati.
Data la mia incapacità ad aggiungerli manualmente nel video, qui c'è il testo completo del video

Sì, quando uno pensa alla vita militare 99 volte su 100 pensa alla parte iniziale di Full Metal Jacket, e al Sergente Hartman. Io invece penso a quelle che ho combinato quando a fare la parte del soldato Joker (o Biancaneve, o chi per loro insomma) c'ero io.

Come ci sono finita non lo so neanche io. Concorso iniziato più per scommessa che per interesse, ma poi passi tutte le fasi, che fai, non lo finisci? Anche se sai già che vuoi fare medicina, e che farai medicina, che t'importa, hai iniziato una cosa, mica puoi dare forfait così, subito prima del traguardo!

E allora andiamo a guadagnarci questa benedetta idoneità alla vita militare, che non si sa mai.

Arrivi e capisci già che non hai capito un cazzo. Genitori che abbracciano i figli come se non dovessero rivederli mai più, madri con le lacrime agli occhi ma gonfie d'orgoglio mentre i figli varcano la soglia del non ritorno. E che è, mica stiamo andando alla guerra, dico io, che sono venuta da sola, con i miei tailleur e i cerotti antivescica e un sacco di altre cose (ma tutto il resto è inutile) nella valigia che era di mio padre. Vorrei rimarcare il fatto che la valigia era di mio padre non tanto per fare la sentimentale, ma perché era una valigia vecchia, pesante, e perché, mentre il mio gruppo si allontana verso le camerate, si rompe. Già.
Si rompe il manico. La valigia pesa 30 kg, nessuno mi aiuta, rimango indietro, perdo il gruppo e mi ritrovo in un piazzale in mezzo agli edifici. E non so che cazzo fare. Panico. 
Già iniziamo male. 
Quando trovo finalmente un tenente e gli chiedo che devo fare e cosa posso fare, quello mi rispedisce all'ingresso e mi dice che mi manderanno a prendere. Ovviamente mi devo portare anche la valigia. Grazie al cazzo.
La sera in rivista notte (ovvero quando passano a controllare se hai messo in ordine te stesso e la stanza) un tizio grasso (che scoprirò poi essere un tenente colonnello) mi grida a 2 cm dall'orecchio che la luce in bagno va spenta.
Nessun problema, non c'è bisogno di urlare, ora vado e la spengo.
Non l'avessi mai fatto.
MAI. SMETTERE. LA. POSIZIONE. DELL'ATTENTI. SE. NESSUNO. DA. RIPOSO.
Il giorno dopo mi sono toccati una ventina di giri di corsa extra. E mi è andata bene che quello della camera a fianco aveva lasciato cadere lo stemma, perché sennò stavo ancora lì a correre!

E non mi metto a parlare del galateo a tavola e dell'arancia sbucciata e mangiata con coltello e forchetta di plastica, o di quanto puzzavamo, o di come a volte facevamo finta di stare male per andare in infermeria -che è zona franca- a riprendere fiato.

Detta così sembra un'esperienza da pazzi, fatta con dei pazzi per dei pazzi. In realtà io la ricordo come un'esperienza bellissima: c'erano le libere uscite, i miei colleghi (che ancora sento), la complicità che ci legava tutti, la determinazione con la quale andavamo avanti, immuni a qualsiasi rimprovero o richiamo. 
E poi c'erano i discorsi motivazionali del tenente che ci faceva da tutor, la ginnastica, la soddisfazione di saper fare un cubo perfetto, e di sapere come si fanno le tasche al letto. 
E' stato un periodo segnato da un grande spirito d'appartenenza, e da un grande amore per le docce e il cibo (proprio perché entrambi scarseggiavano).

Quando arriva il momento di andare a casa, dici che non vedevi l'ora, ma in realtà sai che potresti continuare ad infinitum.
E' un'esperienza che ho fatto con piacere, e che rifarei con piacere. E' un'esperienza bella.
E soprattutto, quello che mi ha lasciato è la volontà di non farmi affondare da nessuno, qualunque cosa mi venga detta.

E' vero, vita militare è anche obbedire agli ordini, che è ben diverso dal subirli passivamente. Ma ad essere sincera, ho trovato più volontà di umiliare i "subordinati" da parte di certi professori universitari, che non dagli appartenenti a un ordine militare. Quindi no, dover ubbidire agli ordini non mi ha dato fastidio.Ovviamente, nel periodo di idoneità non è che ti vengano impartiti chissà quali ordini: sono soprattutto relativi alla forma, al comportamento, che è diverso da quello che tieni fuori, perché non ci sei tu, e poi tutto il resto: prima viene tutto il resto, inteso come tu singolo inserito nel plotone, o nel reggimento, o in quello che è, e poi ci sei tu. 

Di più non posso dire, perché è difficile raccontare a parole le emozioni e i sentimenti che ti travolgono a fine giornata, l'attesa del pulmino della libera uscita, l'aiutarsi a raccogliere i capelli alla mattina, il ridere di certe assurdità insieme, senza farsi vedere...

Più ci penso, più ho un sorriso sulle labbra. 




5 commenti:

  1. Ciao Vale, sono Melinda, un'amica di Xavier e mi sono unita con piacere al tuo blog!
    Io sono anomala, nel senso che quando penso a Full Metal Jacket mi vengono in mente le scene finali e il senso inutile della guerra, il fatto che per sentirsi vivi e giusti bisogni uccidere qualcun altro...
    Ma lasciamo stare le considerazioni personali, hai fatto sul serio il militare?
    Io non l'ho fatto, ma ho passato la vita in una specie di caserma simile che si chiama ospedale oncologico (in cui torno spesso tuttora) e posso dire che in qualche modo c'è uno spirito di cameratismo e di unione anche lì...
    Qualcosa di inspiegabile e assurdamente bello, se consideri dove ti trovi!
    Un abbraccio

    ps: ti lascio il link del mio blog
    http://melinesante.blogspot.it/

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    1. Ciao Melinda, benvenuta!
      Ho fatto un concorso come Ufficiale, e quindi ho anche fatto il mesetto di caserma. Ne parlo sempre volentieri, perché per me è stata una bella esperienza, se ci penso sorrido, anzi, rido proprio di gusto!
      Si è trattata di una bella parentesi della mia vita, che poi ha preso la strada che speravo prendesse: superamento del test di medicina, e via!
      Posso lontanamente immaginare come sia passare la vita in un ospedale oncologico...ma sono contenta che sia comunque riuscito a venirne fuori qualcosa di così bello!
      Un abbraccio

      Passo volentierissimo da te!

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  2. Ciao Vale, innanzitutto grazie per avermi risposto addirittura con un post! :)
    Dunque, il tuo post mi ha fatto ripensare ad una esperienza che feci da adolescente e che ad oggi considero la più bella cosa mai fatta: lo scoutismo.

    Ok, la tua è più seria, o forse seriosa, ma tutto questo per dire che da fuori, se non si fa parte di una cosa, non si arriva a capirne mai completamente il meccanismo.
    Le critiche ci sono sempre (ad esempio le critiche etiche, ma anche quelle idiote) ma derivano spesso dal non comprendere appieno ciò che si prova a far parte di qualcosa, di un gruppo così (che non è un gruppo di amici tout-court), in un contesto particolare dove ci sono regole grandi e piccole, incastri specifici.

    Da come ne parli si vede che ti ha dato tanto, credo che alla fine della fiera l'importante sia solo questo :)

    Moz-

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    1. Per me è stato un piacere!
      E' un'esperienza che mi ha dato tanto, mi fa piacere condividerla e ne parlo sempre volentieri: molto spesso si pensa ai militari andando per cliché e pregiudizi, e si parla solo dei lati o dei figuri negativi che da quel mondo vengono.
      Detto questo, le critiche non è che non vanno fatte, e non è che io non ne faccia; l'importante penso sia capire di cosa si sta parlando, per capire come può essere migliorato.
      :D

      Vale A

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    2. Sì, sono d'accordo con te!
      Ogni cosa ha aspetti belli e brutti, ma ciò che è importante è trarre vantaggi e insegnamenti.

      Moz-

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