lunedì 30 dicembre 2013

La storiella del lunedì #3

Rimembrare, ricordare, rammentare

In italiano la sottile differenza  tra queste espressioni è andata perduta da tempo, e infatti si può dire senza sbagliare che possono considerarsi sinonimi. E si potrebbe anche aggiungere che rimembrare e rammentare ormai si usan più poco, sono obsoleti (tanto per usare un'altra parola polversa).

In inglese invece la differenza è più marcata, anzi, lo dice pure il vademecum dello use of english della BBC: remind and remember are not the same.

Già. Ma io questa differenza mica l'ho mai capita.
Comunque non è questo il punto.
Vado ricercando in giro le varie etimologie delle parole che abbiano a che fare con la memoria e l'atto del ricordare e trovo che:

Memoria = la facoltà di ritenere

Reminiscenza = la facoltà di richiamare alla mente le cose apprese (che a mio fratello fa venire in mente "la luminescenza, anzi, la luccicanza, di Shining" - Duccio, a questo punto hai chiesto di essere citato, e io ti cito. Bacini.)

Ricordanza = lo stato passivo della mente, alla quale si presentano senza sforzo le cose precedentemente apprese

Ora, vorrei soffermarmi un attimino sulla filosofia dietro i concetti di reminiscenza e ricordo, perché il bello di queste due parole è che nascono da due scuole di pensiero medico filosofico: una riteneva che la sede della memoria fosse nella mente, l'altra invece che la memoria venisse custodita all'interno del cuore.

Così mi piace pensare che ci siano persone, eventi, luoghi che io ricordo col cuore, e altre che invece rammenti con la mente, appunto. 
E non è un gioco di gerarchie, semmai di razionalità e emotività. Un contrapporsi personale di apollineo e dionisiaco: l'una non è meno importante dell'altra.

Il parallelo funziona bene anche per l'ambito contrario: possiamo dimenticare (e farlo con la mente), oppure possiamo scordare (col cuore). E' lo stesso atto, (o)eppure è un atto così diverso. 

In un momento di crisi politico economico sociale, l'appello a fare un uso più critico e consapevole delle parole può suonare ridicolo, ma per me ha un peso.
Come per me è importante aggiornare il vocabolario: l'italiano non è una lingua completa. E meno male, perché se lo fosse, sarebbe morta!
Invece mancano ancora tante parole, tanti concetti, tante espressioni...[ad esempio, io la mia amata Coiqui ci chiedevamo di fronte a un tè nero da studio come esprimere lo sdilinquimento e il piacere fisico e mentale derivante dalla visione delle spalle possenti di un bel ragazzo. E qui vi voglio, perché anche in dialetto è cosa ardua! E comunque io un dialetto non ce l'ho, quindi è giusto che ci pensi l'italiano.]

Tornando al ricordare e al dimenticare, al rammentare e allo scordarsi: due concetti, mente e cuore, due scuole di pensiero. Egualmente valide, egualmente riconosciute.

Eppure non si usa rammentare, e anche dimenticare nell'uso surclassa scordarsi, e di molto. Quindi si ricorda col cuore, e si dimentica con la mente. Ma non con il cuore.
Il che, se proprio vogliamo, non è sbagliato: secondo alcuni studi sulla memoria, un evento che ci ha segnato profondamente, che ha smosso le corde di un'emozione, qualsiasi emozione, bella o brutta che sia, quindi che abbia raggiunto il cuore, per così dire, non si può scordare. Rimane lì, nella sua sede. Per sempre. E noi non possiamo farci niente. (se non provare ad ignorarlo il più delle volte).

Ma ora io voglio dire: già io i ricordi che mi hanno fatto incazzare o arrabbiare o soffrire non li posso scordare, ma pure nel cuore devono stare? 
Cioè, di tutti i posti possibili e immaginabili, devo aver presente di averli sempre lì, nel cuore.
Oddio, se ci penso, non voglio nemmeno che mi occupino la mente. Che cazzo, è spazio sprecato!

Quindi, per farla breve: in italiano esistono almeno millemila modi per dire che io ricordo qualcosa (ricordare, rammentare, avere in mente, richiamare, rievocare, rimembrare, sovvenire e chissà quali altri adesso non sto citando, per restare in tema) 

Eppure io mi chiedo: ce ne fosse uno, ma uno solo, che mi mette in relazione la memoria con il culo.

Perché certe cose, visto che tanto non le posso cancellare, andrebbero proprio ricordate sì, ma col culo.















9 commenti:

  1. Ahahaha, sì, sono d'accordo!
    Certi ricordi sono ricordi... stronzi.
    In ogni caso hai qui davanti una persona che usa rimembrare e rammantare. E che non rammenda. :)

    Moz-

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    1. Io vorrei rammentare di meno e rammendare di più. Ma tanto adesso che imparo a mettere i punti chirurgici, non ci sarà strappo che tenga!
      :D

      Vale A

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  2. Ahahaha, questo post mi è piaciuto un sacco... A partire dalla riflessione etimologica, fino alla conclusione comicizzante per nulla scontata;) Io cmq uso un sacco scordare, ma purtroppo certe cose restano lo stesso! Dobbiamo inventare un verbo per il c***o allora!

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    1. Grazie Lucius ^_^
      Quel verbo ci metterebbe pochissimo a entrare nell'uso, e ancora meno nel dizionario :)

      Vale A

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  3. Ciao Vale, ma quanto hai ragione accidenti!
    Perchè certi ricordi sgradevoli, che puntualmente si presentano quando meno te l'aspetti, non possiamo eliminarli nè trovare un verbo giusto per loro?
    Guarda, io sono buddhista e nelle parole di Siddartha c'è un concetto che dice che "il nostro karma è creato non tanto dalle cose positive, ma da quelle negative perchè ci spronano a essere migliori e a cambiare".
    Quindi facciamo buon viso a cattivo gioco ma intanto (idea personale) armiamoci di una mazza ferrata contro i cattivi ricordi.
    Buon anno!

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  4. all'incirca, con parole mie: remember è ricordare da sé, remind è far ricordare

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    1. (i remember you: mi ricordo di te
      i remind you something: ti ricordo qualcosa)

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