mercoledì 4 dicembre 2013

Non è tutto oro...

...quello che luccica. Com'è vero anche che dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior.

Per varie combinazioni di eventi e di caratteri, mi trovo a venire a contatto giornalmente con un gran numero di persone: ovviamente, alcune neanche vengono segnalate alla mia mente, altre le frequento per qualche tempo ma so già che sono destinate in partenza a sparire, altre ancora invece diventano parte della mia vita. 
Poi ci sono quelli che si accollano e io cerco di scollarmi in maniera più o meno velata con vari risultati (devo dire che sono molto polite e raramente si offendono), ma questa è un'altra storia.
La mia migliore amica Orange sostiene che abbiamo troppo poco tempo libero per noi stessi, quindi bisogna ottimizzare la scelta delle proprie frequentazioni per evitare di perderlo con persone inutili o, peggio, moleste. 
Io una volta ero fautrice del "dobbiamo essere tutti amici"; ora però non lo sono più: la mia giornata non è fatta di 100 ore e quindi non posso dedicare a tutti lo stesso tempo, sopratutto perché non tutti meritano il mio tempo! La democrazia in amicizia non funziona proprio per niente (e ogni tanto mi chiedo se funziona anche in altri campi...), mentre funziona la meritocrazia. In effetti, perché nella mentalità e nella polita italiana democrazia e merito debbano fare a cazzotti, quando nel Nord Europa sembrano funzionare, non l'ho mai capito. In realtà in amicizia non è neppure vero questo: non diventiamo amici di una persona perché se lo merita, lo diventiamo e basta. 


Comunque, al di là di quella decina di persone che considero veramente intime (so che sono già tante, ma la metà sta a città vecchia e la metà a città nuova), esiste anche un centinaio di persone con cui non riesco per vari motivi ad avere un rapporto costante, eppure le considero e le tratto come relazioni di qualità. 
Questo mi succede perché, oltre ai miei amici e al Mio onnipresente Uomo, che poi sono quelli su cui posso fisicamente contare, queste altre persone -che non esito a chiamare amici, perché in altre condizioni spazio-temporo-economico-storiche avrebbero potuto facilmente esserlo anche nel senso tradizionale del termine- mi piacciono tanto. E mi fanno stare bene. 
Posso incontrare e parlare con una persona tutti i giorni per anni e non ricavarne nulla, in termini di sensazioni. Oppure, posso vederla una volta, scambiarci un sorriso e portarmelo nel cuore per tutta la vita.
Io ragiono a pelle, a odori, a sensazioni. Queste persone mi piacciono così tanto che posso vederle una volta all'anno -o meno- e avere comunque l'impressione che il tempo non sia mai passato.

Esempio lampante è Pedro, il mio amico argentino: conosciuto durante un progetto che l'ha portato 2 anni fa a vivere nell'appartamento accanto al mio, con lui ho condiviso un mese di fuoco. No, non nel senso di passione, ma nel senso che era luglio, faceva un caldo boia e io dovevo dare fisiologia. E lui la sera mi preparava il mate, o meglio il tererè,  che è il mate estivo, con il succo d'ar
arancia al posto dell'acqua bollente. 
Ammetto che c'era anche quella tensione che si crea quando un uomo e una donna si piacciono, e che probabilmente il fatto che continuiamo a sentirci nel tempo è dovuto anche (se non soprattutto) a quello, ma non siamo mai scaduti nell'ambiguo -strano ma vero- anche perché fidanzata io, fidanzato lui. 
Bene, Pedro è in Italia per due giorni, e anche se erano mesi dall'ultima volta che ci siamo scritti, non importa: ci siamo visti la sera, non vedersi era semplicemente impensabile.

Razionalmente: cosa abbiamo da dirci?
Ma c'è davvero bisogno di razionalità?

La verità è che abbiamo parlato di tutto con una naturalezza che è venuta normalmente, e con tutto intendo dall'Argentina  ai libri che ho letto, dai film che ha visto a Grillo e alle prossime primarie del Pd. E ancora: ma quanto sono sciocchine le ragazze statunitensi? E mosci i maschi? No, se ti trasferisci in Brasile giuro che smetto di parlarti. Che ne pensi invece della Germania? 

E allora come ti senti? che fai? come stai? sei felice? e dopo che farai?

Ma la cosa più dolce (e più bella) è sapere che quando lui pensa all'Italia, pensa a me.

E, per concludere in modo meno melodrammatico/nostalgico/soapoperesco: tutto questo è ZUPPA.



3 commenti:

  1. Supeeeer! (zuppaaa!)
    Che dire, secondo me a volte bisogna proprio evitare di domandarsi le cose: sono e basta. E viviamo anche meglio ;)

    Moz-

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  2. Io faccio sempre una distinzione: ci sono gli amici, quelli veri, che si contano sulle dita di una mano e i conoscenti più o meno intimi con cui si può stare anche bene.
    Poi come dice Moz è inutile porsi tante domande, la vita è una, non sprechiamola e viviamola come vogliamo.
    Un zuppa abbraccio!

    ps: ti lascio il link dove spiego come togliere il codice di verifica dei commenti, perchè rompe tanto le palle...
    http://lechatnoir96.blogspot.it/2013/10/come-eliminare-il-test-di-verifica-dai.html

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  3. Grazie! Così do il via al commento libero e selvaggio ;)

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